In rivolta ristoratori e gestori di locali, estetisti e parrucchieri. Anche Vissani consegna le chiavi del suo ristorante

Diverse proteste di commercianti, ristoratori e gestori di locali, in molte parti d’Italia, da Milano a Portofino a San Giovanni Rotondo, contro le mancate riaperture. Anche Vissani ‘consegna’
le chiavi del suo ristorante.

A Milano ristoratori e gestori di locali, estetisti e parrucchieri, protestano contro la decisione del governo di mantenere la chiusura di queste attività commerciali anche nella fase 2 che partirà dal 4 maggio. Per loro si prospetta una riapertura il primo giugno. In segno di protesta una delegazione che rappresenta circa 2 mila commercianti consegnerà le chiavi di altrettanti locali e ristoranti al Comune di Milano alle 11:30. La delegazione, composta da tre persone per evitare assembramenti, ha raggiunto piazza della Scala sfilando simbolicamente per via Manzoni, zona commerciale del centro di Milano. “Consegneremo 2 mila chiavi di ristoranti, negozi di estetica, parrucchieri, sale cinematografiche al Comune per protesta – ha spiegato il promotore della manifestazione e ristoratore, Alfredo Zini -. Non sappiamo se riusciremo a riaprire a giugno perché non sono chiare nemmeno le regole, abbiamo subito cali di fatturato del 70% e dovremo investire per adeguare le nostre attività a nuove misure di sicurezza. Noi viviamo di convivialità e al momento non sappiamo nemmeno se una famiglia di 4 persone può stare seduta insieme al tavolo di un bar o di un ristorante. Anche sui dispositivi di protezione non c’è chiarezza”. A Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, la delegazione dei commercianti sarà ricevuta dall’assessore al Commercio, Cristina Tajani e dal capo di Gabinetto del sindaco, Mario Vanni. Il Comune non può intervenire sulle riaperture, come sottolineano dall’amministrazione, ma sta mettendo in campo un piano per quando le attività potranno aprire, con la possibilità per le attività di espandersi all’esterno e si sta valutando un abbattimento della Cosap, la tassa di occupazione del suolo pubblico.

Ristoranti Portofino accendono luci, ma è protesta  – Anche nella Piazzetta di Portofino si sono riaccese le luci dei ristoranti, ma solo per una sera e per protesta. Sono stati più di un centinaio i partecipanti tra Santa Margherita Ligure e Portofino all’evento “Risorgiamo Italia”, la protesta con cui titolari di bar, pub, ristoranti chiedono al governo di poter riaprire. Dopo la protesta di ieri sera, questa mattina i commercianti hanno simbolicamente consegnato le chiavi dei locali al sindaco di Santa Margherita Donadoni. “Non ce l’abbiamo con voi sindaci, ma con il governo – precisa Valentina Miroglio, anima della protesta nel Tigullio Occidentale – chiediamo regole certe per poter ripartire e soprattutto regole che ci mettano in condizione di lavorare altrimenti molti non riapriranno”. A Savona identica protesta con una settantina di persone che, rispettando le distanze di sicurezza imposte per evitare il contagio dal covid, si è presentata alla sindaca Caprioglio: “Non posso legiferare a riguardo ma mi farò portavoce delle vostre istanze”. A Sarzana flash mob in piazza a cui ha partecipato anche la sindaca Ponzanelli. “Manderò una lettera al Presidente del Consiglio per far presente le vostre richieste”, ha detto la primo cittadino che ha aggiunto: ” Supportare i Comuni significa poter abbattere le imposte comunali a carico delle imprese e salvare tutti i servizi” Ristoratori e baristi non sono gli unici a chiedere di ripartire. Lo hanno fatti anche i parrucchieri di Sanremo con una manifestazione in piazza l’altro ieri chiedendo di poter tornare a lavorare nel rispetto delle norme di sicurezza.

Protesta commercianti, sedie vuote in piazza a S. Giovanni Rotondo – Sedie vuote posizionate davanti a palazzo di Città, su ognuna delle quali era apposto il nome di un’attività commerciale di San Giovanni Rotondo, nel foggiano. È così che i titolari di esercizi pubblici del paese caro a San Pio hanno aderito all’iniziativa del M.I.O (Movimento Imprese Ospitalità) “Risorgiamo Italia”. Dopo aver acceso ieri sera le insegne delle loro attività, oggi i commercianti hanno consegnato simbolicamente le chiavi delle loro attività al sindaco Michele Crisetti. “Chiediamo che lo Stato si faccia carico delle nostre interpellanze, rivolte alla riapertura delle attività e alla ripartenza dell’economia in un certo modo” – hanno detto i commercianti “Con queste condizioni – proseguono – anche se ci sarà la possibilità di riaprire, molti di noi non lo faranno perché ci sono delle regole che non ci permettono di avere un afflusso di clientela tale da poter sopportare le ingenti spese”. Anche il primo cittadino Michele Crisetti ha rivolto un appello alle Istituzioni affinché arrivino aiuti per imprenditori e commercianti cittadini. “Occorre prevedere – afferma Crisetti – interventi ad hoc, commisurati, a questo settore particolare che è il turismo religioso, che ha delle peculiarità da tenere in considerazione quando si elaboreranno strumenti di aiuto e sostegno a questa categoria di imprese”.(ANSA).

Anche Vissani consegna chiavi ristorante – Anche Gianfranco Vissani ha consegnato, in modo simbolico, le chiavi del proprio ristorante di Baschi al sindaco del comune umbro, Damiano Bernardini, nell’ambito della mobilitazione nazionale ‘Risorgiamo Italia’. Insieme a lui, davanti al municipio, era presente una delegazione di altri sette operatori locali del comparto che hanno aderito all’iniziativa.

Protesta ristoratori Puglia, chiavi a Decaro  – Una chiave in cartone che rappresenta le 3.500 chiavi di imprenditori del mondo Ho.re.ca. (hotel, ristoranti e bar) e dei locali di pubblico spettacolo di tutta la Puglia è stata consegnata simbolicamente questa mattina al sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro. I ristoratori pugliesi hanno aderito alla manifestazione di protesta organizzata dall’associazione Movimento Impresa per chiedere al Governo misure più incisive per il rilancio del settore dopo questo periodo di lockdown per l’emergenza coronavirus. L’iniziativa, partita da Bari, ha coinvolto 185mila attività di 19 regioni in tutta Italia.”Senza contributi a fondo perduto – spiega Gianni Del Mastro del direttivo nazionale – più del 50% delle attività non ce la farà, con una ricaduta in termini occupazionali di 100mila impiegati pugliesi che rischiano il licenziamento sul totale dei 220mila addetti assunti”.

Silvestroni,consegnate 340 chiavi di chi non riaprirà  – “In aula alla Camera ho voluto consegnare 340 chiavi che una volta aprivano le serrande di tanti esercizi commercianti del mio collegio che è il territorio dove vivo e sono cresciuto. Sono tante di Albano e della zona dei castelli Romani ma simbolicamente quelle di tutte le botteghe Italiane che con le prescrizioni della fase 2 di Conte non potranno più riaprire. Ho ritenuto doveroso farmi loro portavoce perchè nonostante tutto non vogliano mollare ma adesso non c’è la fanno più. Quelle chiavi consegnate a Conte e ai suoi esperti, sono i sogni le speranze e i sacrifici dei commercianti italiani, che hanno sempre fatto la loro parte pagando le tasse, difeso i loro dipendenti e retto l’economia della Nazione.” Lo dice il deputato di Fratelli d’Italia Marco Silvestroni.

Le richieste del Movimento Imprese Ospitalità: 

1. Prestito garantito
Garanzia dello Stato e delle Federazioni del settore al 100% sugli affidamenti per il settore della ristorazione.
2. Annullamento e Riduzione delle Imposte
Annullamento del versamento di tutte le imposte dovute nel 2020 e 2021 (sia acconti che saldi) per tutte le imprese e persone che subiranno un impatto significativo nel bilancio aziendale o reddito personale al di sopra del 30%.
3. Pagamenti della PA
Liquidazione immediata, con possibilità di utilizzo oltre gli attuali parametri, dei crediti tributari (IVA, imposte, accise) sia a livello nazionale che locale come anche tutti i crediti che le imprese vantano con la Pubblica Amministrazione.
4. Sospensione dalla segnalazione in Centrale Rischi per le PMI
Spesso la segnalazione in Centrale Rischi rappresenta per l’azienda l’inizio di una spirale viziosa del credito. Un’eventuale crisi finanziaria transitoria con un istituto si estende anche agli altri. Sospendere la segnalazione permette di arginare le situazioni di crisi e l’impatto sul rating.
5. Sospensione DURC
In attesa di definire con certezza ambiti e termini di differimento o sconto delle imposte e dei contributi andrebbe avviato un periodo di almeno 6-12 mesi di sospensione negli aggiornamenti DURC per permettere a chi ha difficoltà nella liquidità, e quindi nei versamenti, di non perdere commesse, blocco dei pagamenti da PA e imprese private che pongono come condizione la regolarità del DURC.
6. Abolizione degli ISA relativamente alle dichiarazioni de i redditi anni 2020-2021
7. Rottamazione al 30% di notifiche ed avvisi da Agenzia della riscossione
8. Contributo a fondo perduto proporzionale alle perdite

Da calcolare per il periodo dei mesi di lockdown obbligatorio.
9. Credito di imposta al 60% ai proprietari immobiliari
Da erogare in cambio della rinuncia al canone di locazione nei mesi di chiusura e che adeguano il contratto con un ribasso del 35% per i prossimi 24 mesi
7. Iper ammortamento semplificato
Semplificazione dell’iper ammortamento per gli investimenti materiali e immateriali con eventuali procedure di verifica semplificata.
8. Bandi
I nuovi Bandi Europei, Regionali di futura pubblicazione dovranno essere emessi con i seguenti paletti: Sospensione del regime de minimis fino al 31 dicembre 2021, Assicurare di rendicontare costi di gestione (anche di personale e di servizi di outsourcing), erogazione contributi anche a imprese con DURC non in regola fino al 21 dicembre 2021.
9. Decreto Bersani- Visco
Eliminare il decreto affinchè si possa ritornare al contingentamento delle licenze
10. Revisione dei tariffe dei Tribiuti Locali
11. Revisioni delle accise sul costo dell’Energia
12. Contratto di Lavoro

Decontribuzione del costo del lavoro al fine di mantenere inalterata l’attuale occupazione.
13. Detassazione e Decontribuzione della 13 e della 14 mensilità
Annullamento dei contributi della bilateralità affinchè gli stessi possano aiutare le aziende e i lavoratori in maniera diretta.

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